Dear romantic readers, sesto volume della RedOak Collection: “Cruel”. Un age-gap, bandit e darkness. Una storia che si discolpa dalle altre a mio parere….
Caleb non ha mai avuto una vita facile. Da bambino ha conosciuto la crudeltà e la pazzia nel peggiore dei modi.
“Esistono strade alternative, e io ne conosco una che percorro con estrema
facilità e bravura.
Certe attitudini illecite ti scorrono nel sangue, e non si può fare a meno di
assecondarle.
Non bisogna mai ignorare i propri impulsi.
Soprattutto quelli più pericolosi.”
Quel passato così oscuro l’ha reso ciò che è: cinico e diffidente. Al maniero ha formato la sua banda. Dei ragazzi che colpo dopo colpo sono diventati come fratelli. Ma oltre a loro c’è pure lei: Violet.
La prima volta che incontra Caleb, Violet ha nove anni. È selvaggia e determinata a stargli vicino ma soprattutto vuole donargli volente o nolente il suo amore.
“«Stai giocando con il fuoco, piccolo mostro». Osservo a lungo l'espressione stampata sul suo viso scarno, sperando che la mia minaccia la faccia rinsavire.
Ma si rivela un tentativo inutile.
«Mi piace giocare con il fuoco. E mi piace giocare con te, Caleb» risponde
con una nota di sfida nella voce.”
Lui è oscuro, una persona spezzata che pensa di non poter realmente essere amato da nessuno, soprattutto da Violet. Infatti ogni pagina è intrisa dalla consapevolezza che lei debba avere più della sua oscurità.
Violet mi ha sorpreso così tanto, una bimbetta con le idee chiare fin da subito. Magari fossimo tutti così testardi, forti e volenterosi.
Mi è piaciuto così tanto leggere di come i due in realtà siano delle anime gemelle oscure…. La cosa fondamentale era accertarsi e aprirsi l’un l’altro. La notte è stata in grado di arrendersi di fronte alla luce più abbagliante.
Il libro ancora una volta è a Pov alterni, con una separazione tra la vita al maniero e il dopo.
Tanti complimenti all’autrice che mi ha di nuovo tenuta incollata alle pagine!
Leggendo degli intrecci con gli altri personaggi ho sempre gli occhi a cuoricino. June, Dylan, Israel ormai ai miei occhi sono una grande e bellissima famiglia.
“Siamo così simili, nell'aspetto e nell'animo, che spesso mi chiedo se il nostro sia un legame ancora più intimo e ancestrale di quanto abbia mai creduto.
È come se io fossi l'estensione del suo corpo e della sua mente.
È come se lui mi avesse plasmata a sua immagine.
Eppure, ogni qualvolta mi rifletto in quello specchio dalla cornice nera, il
vetro si spacca, andando in frantumi.
E ogni piccola scheggia tagliente mi si conficca nel cuore, riducendolo in
poltiglia.”
…. sul profilo Instagram e scorrendo il post fino alla fine troverete un piccolo tocco personale che nasce dalla mia seconda passione oltre ai libri: la moda….
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